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San paolo Bari

San Paolo
 
Allegato
 

 
Disegno di Sergio Toppi
 

 

«Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura»(Mc 16, 15).
«Se qualcuno si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9, 26).

«Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito»
L’uomo vive d’amore dal suo primo respiro fino all’ultimo. Amato, si sente protetto ed accettato. Amando, sente di appartenere e trova un senso ad offrirsi. Poiché l’amore non può restare chiuso nel suo cuore; esso pervade il quotidiano. L’amore che si porta all’uomo spinge ad impegnarsi. L’amore che si porta a Dio si manifesta nella considerazione che si ha dei suoi comandamenti. Si manifesta anche nella giustizia, nel rispetto della vita, nell’azione per la riconciliazione dei popoli e per la pace. Le conseguenze dell’amore che si porta a Dio possono prendere l’aspetto di un lavoro, perfino di una lotta. Lavoro e lotta sembrano spesso esigere troppo dall’uomo e superare le sue forze. Egli vede le sue debolezze ed ha voglia di rinunciare, ma quando lavoro e lotta sono le conseguenze dell’amore, conferiscono all’esistenza un respiro profondo, mettono la vita in un contesto più vasto e la rendono importante tanto sulla terra quanto in cielo. Cose apparentemente infime acquistano un significato quando sono il risultato dell’amore per Dio. Ogni buona azione, anche quella che facciamo senza pensare a Dio, è in relazione all’amore che gli portiamo. Ogni atto di amore, anche quando sembra minimo - come quando si porge un bicchiere d’acqua a qualcuno che ha sete - assume un significato per l’eternità. Noi ci chiediamo spesso: che cosa rimarrà del nostro mondo? È vero che crediamo di poter vivere e risuscitare grazie all’amore di Dio, con tutto ciò che è esistito grazie a questo amore che non si è accontentato di restare sentimento: contatti, relazioni, avvenimenti, cose. Quando risusciteremo, tutto un mondo risusciterà con noi, un mondo fatto di amore responsabile. Sarà magnifico: una “terra nuova”, che abbiamo il diritto di chiamare anche un “cielo nuovo”.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,15-21)

«Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito»
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Dalla Parola del giorno
«Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui»
Se mi amate...
Settimana difficile. Piena. Traboccante. Siamo richiamati al centro. Le mezze misure e i compromessi sono il cancro della fede. Gesù fa le cose sul serio. Vuole discepoli maturi, liberi, appassionati. Gesù vuole essere amato, niente di meno. È su questo che si misura la statura spirituale di un discepolo. Chiedendo l'obbedienza ai suoi comandamenti come segno dell'amore, Gesù non mette in atto un perfido ricatto ai suoi sventurati discepoli. I suoi comandamenti non sono una catena che lega all'osservanza pignola e burocratica delle norme religiose, ma sono un'esperienza di libertà e di bellezza. I comandamenti di Gesù mi permettono di avere una bussola per orientarmi e per mettere ordine nella mia vita, mi danno la possibilità di aderire a Lui e di conoscerlo sempre più personalmente e intimamente. L'amore a Gesù e l'osservanza dei suoi comandamenti sono due elementi inseparabili della vita cristiana. Ai bimbi del catechismo faccio spesso l'esempio della locomotiva e del carbone. Se noi abbiamo un treno bellissimo e luccicante che sta pronto in stazione, ma nella locomotiva non c'è il carbone ardente, che succede? Il treno rimane fermo. Così è quando noi non abbiamo l'amore per Gesù nel cuore: possiamo fare mille e mille cose buone, ma rimaniamo fermi. Ma provate a immaginare il nostro treno pieno di carbone incandescente, ma davanti a sé delle rotaie nemmeno l'ombra, che succede? Si ribalta ed esplode. Così è quando pretendiamo di amare Gesù senza ascoltare e osservare i suoi comandamenti. A volte capita di trovare persone che mi dicono di essere credenti e non praticanti. Io rispetto le loro scelte di vita, ma sinceramente rimango sempre molto perplesso davanti a questa affermazione: come si può dire di credere senza praticare? Posso dire di correre stando fermo? Di parlare in silenzio? Di mangiare senza nulla nel piatto? Gesù è molto chiaro su questo punto: l'amore a Lui non si manifesta nel sentimentalismo o in scelte vagamente spirituali, ma nell'obbedienza ai suoi comandamenti. Vuoi amare Gesù? Fantastico: obbedisci alla Sua Parola! E vedrai che sorprese...
Buona Settimana
don Roberto Seregni
«Padre mio, a Te mi abbandono, fa' di me ciò che ti piace: qualsiasi cosa Tu faccia di me, io Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, purché la Tua volontà sia fatta in me e in tutte le creature. Non desidero altro, mio Dio. Rimetto la mia anima nelle Tue mani, te la dono, mio Dio, con tutto l'amore del mio cuore, perché Ti amo. Ed è per me una necessità di amore il donarmi e rimettermi nelle Tue mani, senza misura e con infinita fiducia, perché Tu sei mio Padre".
Charles de Foucauld
Il discepolo per Gesù è chiamato a scegliere non solo a parole ma con la vita, con le scelte di ogni giorno. È una scelta di amare o non amare Gesù in modo concreto ed esistenziale. Lo Spirito Santo, cioè l'amore totale di Dio, ha la funzione di "difensore", questo è il significato più corretto di "paraclito". Il discepolo ha in se stesso questo Spirito che difende il lui il progetto di Dio, un progetto che viene messo continuamente alla prova e combattuto da altri progetti che sembrano prevalere nel mondo, nello scontro nel quale come discepoli siamo immersi anche oggi, quando ogni giorno siamo chiamati a seguire il Vangelo o il contrario del Vangelo, abbiamo lo Spirito di Dio che non ci lascia soli ma ci assiste interiormente. Basta saperlo ascoltare...

Disegno di Sergio Toppi

Maria ricevette tutto per formare il primo chiamato. Il primo chiamato, la prima vocazione è Gesù Cristo. Imitate Maria nella sua missione! (AP 1958/2, p. 34)

«È la gioia del cristiano che custodisce la pace e custodisce l’amore. Pace, amore e gioia, “tre parole che Gesù ci lascia”. E chi fa questa pace, questo amore, “chi ci dà la gioia? È lo Spirito Santo”: “Il grande dimenticato della nostra vita! Io avrei voglia di domandarvi - ma non lo farò, eh! - di domandarvi: Quanti di voi pregate lo Spirito Santo? Non alzate la mano... È il gran dimenticato, il grande dimenticato! E Lui è il dono, il dono che ci dà la pace, che ci insegna ad amare e che ci riempie di gioia. Nella preghiera abbiamo chiesto al Signore: Custodisci il tuo dono. Abbiamo chiesto la grazia che il Signore custodisca lo Spirito Santo in noi. Il Signore ci dia questa grazia: di custodire sempre lo Spirito Santo in noi, quello Spirito che ci insegna ad amare, ci riempie di gioia e ci dà la pace”».
Santa Marta, 22 maggio 2014
L'amore ti cambia la vita. Quindi pensaci bene prima perché non si può vivere l'amore ed essere sempre gli stessi.
Un fiume, durante la sua tranquilla corsa verso il mare, giunse a un deserto e si fermò. Davanti ora aveva solo rocce disseminate di anfratti e caverne nascoste, dune di sabbia che si perdevano nell'orizzonte. Il fiume fu attanagliato dalla paura. "E' la mia fine. Non riuscirò ad attraversare questo deserto. La sabbia assorbirà la mia acqua e io sparirò. Non arriverò mai al mare. Ho fallito tutto", si disperò. Lentamente, le sue acque cominciarono a intorpidirsi. Il fiume stava diventando una palude e stava morendo. Ma il vento aveva ascoltato i suoi lamenti e decise di salvargli la vita. "Lasciati scaldare dal sole, salirai in cielo sotto forma di vapor acqueo. Al resto penserò io", gli suggerì. Il fiume ebbe ancor più paura. "Io sono fatto per scorrere fra due rive di terra, liquido, pacifico e maestoso. Non sono fatto per volare per aria". Il vento rispose: "Non aver paura. Quando salirai nel cielo sotto forma di vapor acqueo, diventerai una nuvola. Io ti trasporterà di là del deserto e tu potrai cadere di nuovo sulla terra sotto forma di pioggia, e ritornerai fiume e arriverai al mare". Ma il fiume aveva troppa paura e fu divorato dal deserto.
Bruno Ferrero


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