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San paolo Bari

San Paolo
 
Allegato
 

 
Disegno di Sergio Toppi
 

 

«Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura»(Mc 16, 15).
«Se qualcuno si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9, 26).

«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra»
Il Signore risorto è ritornato nella Galilea pagana. È qui che egli aveva cominciato ad annunciare la conversione e il Vangelo del Regno (cf. Mt 4,15.17.23). È qui, in questo luogo di frontiera, che egli aveva dato appuntamento ai suoi discepoli, che si erano dispersi quando egli, il pastore, era stato ferito (cf. Mt 28,8-10). È ritornato sui luoghi dell’inizio, per dare loro la pienezza: il Risorto è la luce decisiva che rischiara tutti coloro che camminano nelle tenebre e nell’ombra della morte. Egli ha convocato i discepoli - in numero di undici - su una montagna, come all’inizio li aveva condotti sulla montagna, quando parlò loro per annunciare la via della felicità del regno dei cieli (cf. Mt 5,1). Dio ha anche convocato il popolo ai piedi del Sinai quando ha voluto fare di lui la sua “ekklesia” (cf. Es 19). Il Risorto è su questa montagna in Galilea, che simboleggia l’incontro tra il cielo e la terra, dichiarandosi, solennemente, come colui che ha ricevuto tutta l’autorità nei cieli e sulla terra (cf. Mt 28,18). Da questa montagna egli invia i discepoli - e in loro, e con loro, noi tutti che li seguiamo lungo la storia - a convocare la Chiesa per riunirla dai quattro punti cardinali del mondo nel regno; nessuno è escluso dalla parola e dalla partecipazione alla vita della famiglia divina: la comunione del battesimo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (cf. Mt 28,19-20). Oggi noi, come gli undici discepoli sulla montagna, lo adoriamo e riaffermiamo la nostra obbedienza al suo comando missionario. Egli sembra assente ma è in realtà sempre presente tra di noi (cf. Mt 28,20). È per questo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Madre: per essere l’Emmanuele, il Dio con noi (cf. Mt 1,23), fino alla fine del mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20)

«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra»
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Dalla Parola del giorno
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo».
Sono con voi
Ogni anno, mentre mi preparo alla festa dell'Ascensione, ci sono degli interrogativi pungenti che vengono sempre a farmi visita. Anche oggi, mentre mi ritaglio del tempo per fermarmi un po' sulla Parola, eccoli puntuali... Come possiamo chiamare "festa" il giorno in cui il Signore se ne va? Perché il Risorto non è rimasto? Non sarebbe stato più facile riascoltare la Sua Parola, intuire la Sua volontà e lasciarsi scavare dentro dal Suo sguardo per trovare aiuto e sostegno nelle scelte più difficili della nostra vita? Perché non è rimasto, bellissimo e glorioso, in mezzo ai suoi discepoli? Niente da fare: il Signore sorride, saluta e ritorna al Padre. Forse sta proprio qui, in questo ritorno, la chiave di lettura di questa festa: non una fuga, ma una riconsegna alla comunione della Trinità. Questa festa è per davvero sconvolgente! Ma ci pensate? L'umanità di Gesù, trasfigurata dalla resurrezione, entra nella comunione della Trinità! Questo vuol dire che Gesù ritorna al Padre con tutta la nostra umanità! Niente dell'uomo è più estraneo a Dio. Non esiste dolore, delusione, ferita o tormento che sia estraneo al Suo abbraccio. Non esiste passione, desiderio, gioia o felicità che sia estraneo al Suo amore. Mi fermo. Fuori piove a dirotto. La temperatura è nuovamente scesa. L'altra notte ha nevicato sulle montagne sopra le nostre teste. Il ritmo della pioggia mi fa passare davanti agli occhi i volti di tanti amici e tante storie che sono arrivate alle mie povere mani... Penso a te che dopo una lunga ricerca hai trovato il tuo posto nel mondo. Penso a te che dopo una vita disordinata stai cercando di rimettere ordine. Penso a te che sei piena di progetti e a te che finalmente hai deciso di vivere e non solo sopravvivere. Niente di tutto questo è fuori dall'abbraccio di Dio. Anche se la Sua presenza sembra lontana, anche se non lo sentite come vorreste, non temete. Lui c'è, Lui è lì, come sempre, al vostro fianco.
Buona Settimana
don Roberto Seregni
Gesù, avrei voluto esserci! Anch'io bisognoso del tuo Spirito perché m'insegni a capire. Abbi pazienza Maestro, sono duro di cervice, tardo nell'intendere. Apri il sepolcro delle mie tristezze, dove gelosamente custodisco i ricordi delle sconfitte, e le delusioni per le ferite subite. Aiutami ad accogliere l'invito d'essere operativo, senza per questo desiderare d'esser potente per la gloria personale. Ed insegnami, guardando la tua croce, a dirigere il mio sguardo dove tu abiti, senza perdere di vista il luogo dove io dimoro.
Fermarsi a guardare il cielo, secondo il racconto del vangelo, sembra dunque un gesto inutile. Non è dunque incoerente la scrittura che ascoltiamo in questa domenica. Essa ci dice che Gesù non è più presente nel suo corpo fisico, nemmeno come corpo risorto, e che da quel giorno che se ne è definitivamente andato alla vista degli apostoli suoi amici, il modo per vederlo e sperimentarlo è proprio l'annuncio con la vita. Gesù rimane con me e con i miei fratelli e sorelle di fede. Gesù è presente, ogni volta che la comunità cristiana vive come lui ha insegnato. Gesù non abbandona l'umanità perché ha lasciato la sua Chiesa piena del suo Spirito, quello Spirito del Risorto che proprio a Pentecoste celebreremo.

Disegno di Sergio Toppi

La festa dell'Ascensione va celebrata con grande solennità, per mettere nella mente degli uomini il pensiero del cielo. Infatti Gesù Cristo nel santo Vangelo conferma il suo pensiero. (FSP38, p. 625-626)

«Il Vangelo di Matteo riporta il mandato di Gesù ai discepoli: l’invito ad andare, a partire per annunciare a tutti i popoli il suo messaggio di salvezza (cfr Mt 28,16-20). “Andare”, o meglio, “partire” diventa la parola chiave della festa odierna: Gesù parte verso il Padre e comanda ai discepoli di partire verso il mondo. Gesù parte, ascende al Cielo, cioè ritorna al Padre dal quale era stato mandato nel mondo. Ha fatto il suo lavoro, quindi torna al Padre. L’ultima parola di Gesù ai discepoli è il comando di partire: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). È un mandato preciso, non è facoltativo! La comunità cristiana è una comunità “in uscita”, “in partenza”. Di più: la Chiesa è nata “in uscita”».
Regina Coeli - Piazza San Pietro - Domenica, 1° giugno 2014
Se guardo a me: "Non sono nessuno". Se guardo a te: "Tutto mi è possibile".
Il giorno dell'Ascensione così riferisce una leggenda, un Angelo incontrò Gesù che saliva al cielo e gli chiese: "Signore hai già terminato la tua missione?". "Si", rispose Gesù. Poi rivolgendo lo sguardo laggiù verso la terra immersa nel freddo e nell'oscurità, videro un tenue fuoco ardere in un piccolo punto. "Che cos'è?", domandò l'angelo. Rispose il Signore: "Quel piccolo focolare è in Gerusalemme; attorno vi sono riuniti gli Apostoli insieme con mia Madre. Ora, appena sarò tornato il mio piano sarà completato: manderemo laggiù lo Spirito Santo per ravvivare quel focolare così che possa diffondersi per tutta la terra e dare luce e calore a tutti gli uomini". L'angelo, meravigliato, dopo un momento di riflessione disse di nuovo a Gesù: "E se questo non funzionasse?". Il Signore rispose: "Il mio piano è questo e non ne ho altro. Io voglio che nel mondo regni l'amore tra gli uomini".


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